Notti magiche al Massimino? La colonna sonora di Italia 90 firmata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato appare maledettamente attuale in riferimento a quanto accaduto sul rettangolo verde del vecchio Cibali.
L’Elefante non muore mai e, anche quando il baratro sembrava ormai ad un millimetro, ha trovato la forza di rialzarsi nuovamente e risollevare con orgoglio la sua proboscide all’insù.
Missione remuntada completata per il Catania, con il sogno finale di Coppa Italia Serie C diventato meravigliosa realtà. I rossazzurri, autori di una prestazione straordinaria, hanno spento di colpo critiche e mormorii, con il 2-0 al Rimini nella semifinale di ritorno che vale molto più di una semplice vittoria.
Gli etnei, dinanzi al sindaco Enrico Trantino e al presidente Ross Pelligra (sobbarcatosi l’ennesimo viaggio intercontinentale per stare vicino alla squadra) hanno fatto esplodere di gioia i 20 mila cuori accorsi sugli spalti dell’impianto di piazza Spedini.
Una bolgia, il Massimino, colorato di rosso e di azzurro e dodicesimo uomo in campo, capace di diventare un tutt’uno con i propri ragazzi nelle serate decisive da vita o morte. Perché, come diceva Emiliano Mondonico, “a Catania non si gioca solo contro 11 calciatori, ma contro un’intera città”.
Amore, fede e passione: il tifoso catanese è così. Critica, mugugna, ma non riesce mai a lasciare solo il suo Catania, specialmente nei momenti di difficoltà.
A prendersi la scena, tanto per cambiare, è stato ancora lui: il predestinato, Alessio Castellini. Un missile terra aria a squarciare la rete e fare esplodere lo stadio, regalando in un colpo solo qualificazione alla finale del torneo contro il Padova (vincere significherebbe prima coppa in bacheca nella storia del club rossazzurro) e approdo alla fase nazionale dei play-off con il sogno Serie B tornato clamorosamente alla portata nonostante un campionato fin qui disastroso.