Il Catania può tornare a sognare la serie B?

I rossazzurri conquistano la finale di Coppa Italia di serie C. Castellini decisivo ancora una volta

29 Febbraio 2024

Notti magiche al Massimino? La colonna sonora di Italia 90 firmata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato appare maledettamente attuale in riferimento a quanto accaduto sul rettangolo verde del vecchio Cibali.

L’Elefante non muore mai e, anche quando il baratro sembrava ormai ad un millimetro, ha trovato la forza di rialzarsi nuovamente e risollevare con orgoglio la sua proboscide all’insù.

Missione remuntada completata per il Catania, con il sogno finale di Coppa Italia Serie C diventato meravigliosa realtà. I rossazzurri, autori di una prestazione straordinaria, hanno spento di colpo critiche e mormorii, con il 2-0 al Rimini nella semifinale di ritorno che vale molto più di una semplice vittoria.

Gli etnei, dinanzi al sindaco Enrico Trantino e al presidente Ross Pelligra (sobbarcatosi l’ennesimo viaggio intercontinentale per stare vicino alla squadra) hanno fatto esplodere di gioia i 20 mila cuori accorsi sugli spalti dell’impianto di piazza Spedini.

Una bolgia, il Massimino, colorato di rosso e di azzurro e dodicesimo uomo in campo, capace di diventare un tutt’uno con i propri ragazzi nelle serate decisive da vita o morte. Perché, come diceva Emiliano Mondonico, “a Catania non si gioca solo contro 11 calciatori, ma contro un’intera città”.

Amore, fede e passione: il tifoso catanese è così. Critica, mugugna, ma non riesce mai a lasciare solo il suo Catania, specialmente nei momenti di difficoltà.

A prendersi la scena, tanto per cambiare, è stato ancora lui: il predestinato, Alessio Castellini. Un missile terra aria a squarciare la rete e fare esplodere lo stadio, regalando in un colpo solo qualificazione alla finale del torneo contro il Padova (vincere significherebbe prima coppa in bacheca nella storia del club rossazzurro) e approdo alla fase nazionale dei play-off con il sogno Serie B tornato clamorosamente alla portata nonostante un campionato fin qui disastroso.

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