Viaggio a Ietas, il mondo greco a Palermo

Visite guidate a pochi chilometri dal capoluogo. Cosa trovare nel parco archeologico del monte Iato

22 Marzo 2024

Un parco archeologico alle porte di Palermo? Forse non tutti ne sono a conoscenza, ma sulla cima del Monte Iato ci sono i resti di un centro urbano fondato all’inizio del primo millennio a.C. da popolazioni indigene e che alla fine del VII secolo a.C. vennero in contatto con i Greci che giunsero in Sicilia.

A partire dal 1971 ogni anno lì si svolgono campagne di scavo a cura dell’Istituto di archeologia dell’università di Zurigo e dal 2011 anche da quello dell’università di Innsbruck.

Oggi quel patrimonio culturale è possibile visitarlo. I sentieri e l’area archeologica saranno fruibili tutte le domeniche fino al 28 aprile, alle 10 e alle 11.30. Durante il percorso, battezzato “Alla scoperta di Jetas”, i visitatori entreranno a contatto con le testimonianze di un passato lontano e di un presente ricco di paesaggi naturali. Da una parte il parco e la sua vegetazione, dall’altro l’antica città, le abitazioni riportate alla luce, il grande teatro.

Il percorso nel parco archeologico di Monte Iato

Per le prenotazioni o l’acquisto dei biglietti online basta accedere al sito web www.coopculture.it. Il percorso prevede l’ingresso nel parco, poi si procede fino all’Agorà, area rettangolare delimitata su due lati da portici colonnati realizzati nel corso del IV secolo a.C. Da lì è possibile osservare anche i resti del teatro costruito nel IV secolo a.C. su modello del teatro di Dioniso ad Atene.

Procedendo ancora sul percorso si arriva al Tempio di Afrodite, costruito alla metà del VI secolo a. C. su resti di capanne indigene. L’itinerario consente di accedere anche all’Antiquarium dedicato all’illustrazione topografica del sito e alla decorazione del teatro.

Il parco archeologico di Monte Iato e la sua storia

Il primo insediamento umano risale intorno al I millennio a.C., mentre i primi contatti con il mondo greco sono datati VI secolo a.C., quando sorsero i primi edifici in muratura. Prima sotto il dominio cartaginese, successivamente dei Romani con la prima guerra punica, fu uno dei 50 insediamenti urbani più importanti in Sicilia.

Dopo la conquista bizantina e araba, nell’epoca della rivolta musulmana contro Federico II il centro fu raso al suolo e gli abitanti furono deportati a Lucera di Puglia.

Quel luogo fu così abbandonato fino al XVIII secolo, quando il principe Beccadelli Bologna fondò l’attuale San Giuseppe Jato.

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