"La mia battaglia per la parità di genere"

Maria Cristina Busi è la prima donna presidente di Confindustria Catania: “Basta differenze nell’accesso al mondo del lavoro”

3 Aprile 2024

Vi ricordate quando abbiamo parlato di donne dirigenti in Sicilia? Ecco, con il 28% l’Isola è la regione che ne ha di più. A confermare questo trend è Maria Cristina Busi, la neoeletta presidente di Confindustria Catania, prima donna nella storia a rivestire questo ruolo. “Il mio rapporto con l’associazione è prima di tutto un legame affettivo – sottolinea Busi – una vicinanza che ho dimostrato non soltanto nelle occasioni in cui Confindustria era all’apice, ma anche nei momenti più complessi della sua storia”.

Bolognese di nascita, catanese di adozione, l’imprenditrice è presidente della Camera di commercio Italo-albanese, ma è nota ai più per gli stabilimenti siciliani di imbottigliamento di Coca-cola. A Catania inoltre ha fondato lo stabilimento Sicavi, che produce bottiglie Pet. “Tutta la mia vita professionale e umana – racconta Busi Ferruzzi – è stata improntata sull’esigenza di valorizzare un’idea, un progetto, le persone che lavorano nelle mie aziende e il territorio. Catania per me è stato questo”.

Nella vita di un’imprenditrice di successo però anche le difficoltà non mancano e le disparità di genere ancora oggi sono un ostacolo da dover superare. Come professionista d’esperienza e oggi rappresentante degli industriali catanesi, Busi Ferruzzi vuole ricordare che esistono strumenti per contrastare certi retaggi: “Voglio soffermarmi, in particolare, sul Comitato imprenditoria femminile di Confindustria Catania di cui mi vanto essere stata nel 2020 una delle fondatrici. La parità di genere in tutte le sue forme è un’altra battaglia che voglio portare avanti con forza. Dobbiamo superare definitivamente le differenze di genere – continua – è importante che tutti abbiano le stesse possibilità di accesso al mondo del lavoro. Ma soprattutto per vivere un giorno in una società in cui l’essere donna, madre e lavoratrice venga finalmente considerato un valore aggiunto”.

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