Lavoro ai raccomandati, norma Ars per parenti di assessori e consiglieri

di dottor Lupo

Inserita nel disegno di legge per i Comuni siciliani ma fa già discutere. E arriva la bacchettata del Servizio studi dell’Assemblea

23 Aprile 2024

Mogli, mariti, figli, cugini e parenti avanti in massa. Ci sarà un posto per tutti. Basterà essere nominato assessore o essere un semplice consigliere comunale di uno dei 391 Comuni della Sicilia per potere tranquillamente dare un incarico a un proprio parente senza alcun problema. È la conseguenza di una norma inserita nel disegno di legge per i Comuni, al vaglio della commissione Affari istituzionali dell’Assemblea regionale, che arriverà in aula per l’esame dopo le elezioni europee.

Con il più classico dei giochetti politici la norma appare più restrittiva di quella attuale ma in realtà allarga le maglie e di molto. Troppo evidente la fuga in avanti per passare inosservata, tant’è che è arrivata implacabile la bacchetta del Servizio studi dell’Ars che ha esaminato l’intero disegno di legge rilevando una serie di “anomalie”. A cominciare proprio dalla norma “liberi tutti”, che modifica la legge attuale.

“La normativa che si intende introdurre, allineandosi alla previsione nazionale del testo unico degli enti locali”, evidenziano gli uffici dell’Assemblea, “restringe alle ipotesi del coniuge, degli ascendenti, dei discendenti, dei parenti e degli affini entro il terzo grado, del solo sindaco, i quali, oltre a non poter fare parte della giunta, non possono essere nominati neppure rappresentanti del comune”. Insomma la norma si fa più severa con i sindaci, che al momento hanno il divieto di assumere fino alla parentela di secondo grado. Ma ecco la fantastica trovata. Perché con la modifica scompare l’obbligo per gli assessori e i consiglieri comunali.

Scrive il Servizio studi dell’Ars: “Viene quindi sostituita la più rigorosa disciplina introdotta dal legislatore siciliano che imponeva il divieto di nomina del coniuge, degli ascendenti e i discendenti, i parenti e gli affini, però sino al secondo grado oltre che del sindaco, anche di altro componente della giunta e dei consiglieri comunali”.

La domanda sorge spontanea: dopo essere stati sorpresi con le mani nella marmellata gli onorevoli si rimangeranno la norma “liberi tutti” oppure andranno avanti perché un posto non si nega a nessuno?

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