Quanto ci soddisfa il nostro lavoro?

Un’indagine fotografa da Nord a Sud qual è il grado di benessere sul posto di lavoro

7 Maggio 2024

Il benessere di un territorio si misura anche dalla qualità percepita del proprio lavoro. In un momento storico in cui, stando all’Ufficio studi Cgia, si registra il record storico di occupati in Italia, con 23,6 milioni di unità, ben 471 mila in più rispetto al periodo pre-Covid, di cui 213 mila nel Mezzogiorno dove si è registrato l’incremento percentuale più elevato del Paese (+3,5 per cento), cresce anche la quota di occupati molto soddisfatti del lavoro svolto. Ad evidenziarlo, il rapporto Istat sul Benessere Equo e Sostenibile 2023 (Bes).

Lavoro e benessere: la soddisfazione tra gli occupati in Italia

Guadagno, opportunità di carriera, numero di ore lavorate, stabilità del posto di lavoro, distanza casa-lavoro, interesse per il lavoro: questi gli aspetti presi in considerazione dall’indagine Istat, per un indicatore che individua la percentuale di occupati che hanno espresso un punteggio medio di soddisfazione tra 8 e 10, su una scala da 0 a 10.

Cresce nel 2023 la quota di occupati molto soddisfatti per il lavoro: si tratta del 51,7% degli occupati, dato che nel 2022 si attestava al 50,2%.

Rispetto al 2022, la quota aumenta in tutte le ripartizioni (+1,1 punti percentuali nel Nord, +2,4 nel Centro, +1,5 nel Mezzogiorno).

Lavoro e benessere, siciliani tra i meno soddisfatti

Osservando i dati per regione, si nota un divario tra Nord e Sud.

In Sicilia ancora alta la percezione della precarietà

Come evidenzia il Rapporto Istat, esiste una stretta correlazione tra soddisfazione per il lavoro e percezione di insicurezza. Quanto meno si è soddisfatti, tanto più si avrà un’alta percezione di precarietà del lavoro, e viceversa. Ecco che la Sicilia si posiziona al secondo posto con il 6,4%.

Tasso di occupati da casa

Nel 2021, come conseguenza dell’epidemia da COVID-19, il ricorso al lavoro da casa aveva raggiunto il suo picco (14,8%). Dal 2022 si assiste a un progressivo ridimensionamento del fenomeno. Nella dinamica a livello di ripartizione geografica, si registra un lieve calo nel Mezzogiorno (-0,4 punti percentuali), dove era anche già molto più basso il ricorso alla misura (nel 2023, 7,4% rispetto al 15,0% del Centro e al 13,2% del Nord).

Foto di copertina di Antonio Melita.

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