Il voto strumento di democrazia, l'esempio di Peppino Impastato

di Alessio Vegna

Ucciso dalla mafia il 9 maggio di 46 anni fa, si era candidato alle elezioni comunali a Cinisi. I risultati 6 giorni dopo la sua morte

9 Maggio 2024

Il 9 maggio 1978 Peppino Impastato venne ucciso dalla violenta azione della mafia. Su un gigante della lotta alla mafia come Peppino potremmo raccontare tante cose, ma abbiamo voluto concentrarci su un piccolo aneddoto legato alla sua intensa attività politica nel territorio di Cinisi.
A quei tempi Cinisi era un paese totalmente in mano alla criminalità organizzata che andava a braccetto con la politica locale. La popolazione da un lato era amica dei mafiosi, dall’altro per paura non si ribellava ai soprusi, l’omertà era enorme.
Peppino già molto giovane aderì a un piccolo partito chiamato “Democrazia Proletaria” e decise di candidarsi alle elezioni amministrative di Cinisi del 1978. Ma in un paese completamente in mano alla mafia, un pazzo visionario come Peppino Impastato non sarebbe mai riuscito ad ottenere consensi… E invece ci riuscì!
Il 15 maggio 1978, esattamente sei giorni dopo il ritrovamento del suo corpo, arrivarono i risultati delle elezioni comunali. Democrazia Proletaria con un miracoloso 6% riuscì ad ottenere un seggio e se lo aggiudicò Giuseppe Impastato “detto Peppino”, i voti furono 260.
Per una realtà come Cinisi fu un vero e proprio miracolo e in quella occasione il popolo decise di optare per l’unica vera arma della democrazia, il voto. Ecco l’importanza di questo nostro diritto fondamentale: con il voto possiamo scegliere in modo consapevole i nostri rappresentanti politici senza cedere a compromessi, questa sì che è libertà.

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