Vite di Rosalia un racconto tra ironia e fede

Nuovi modi di raccontare la patrona di Palermo. Nel libro di Camarrone e De Grandi si mescolano la storia della città e della sua Santa

15 Maggio 2024

Qual è la prima immagine che ti viene in mente se pensi alla Santuzza? Che cos’è un libro d’artista? Per rispondere a queste domande basta sfogliare Vite di Rosalia, un libro prezioso in cui la storia della città di Palermo e della sua Santa si mescolano in un modo nuovo grazie alle parole di Davide Camarrone, le opere di Francesco De Grandi e la supervisione di Federico Lupo. Una pubblicazione ambiziosa realizzata nell’ambito del progetto ROSALIA400 promosso dalla Fondazione Sicilia.

Il risultato di questo esperimento è inedito e peculiare: un viaggio che non segue una sola linea temporale, ma diverse. Che si intrecciano, anche visivamente, con il passato, con i luoghi del racconto di Rosalia e un presente che rinnova ogni giorno il suo legame con la tradizione.

“Giochi combinatori”, li ha chiamati Federico Lupo, e a guardare le immagini contenute nel volume non possiamo che dargli ragione. Elementi che in apparenza sembrano distanti, nelle opere di De Grande trovano un nuovo senso, adattandosi alla leggenda. Restituendone a volte un senso straniante, a volte ironico, a volte persino macabro.

Il racconto di Camarrone, fortemente poetico, a tratti onirico, mette insieme la peste di ieri, con le piaghe di oggi, creando un continuum che temporale che non stona, ma che anzi illumina di senso il legame devoto e sempre attuale dei palermitani con la loro protettrice.

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