Idrogeno verde? Ecco perché la Sicilia avrà un ruolo centrale

di Chiara Borzì

Un corridoio attraverso Palermo e Messina per trasportare il gas. Eleonora Riva Sanseverino, docente di Ingegneria: “Un’occasione per l’Isola”

5 Giugno 2024

I ministri dell’Energia di Germania, Austria e Italia hanno firmato a Bruxelles la Dichiarazione di intenti congiunta (chiamata Jdoi) che ha portato alla nascita del corridoio dell’idrogeno meridionale, il SoutH2Corridor. Parliamo di solo uno dei cinque corridoi del progetto European hydrogen backbone che ha il compito di importare idrogeno tra i paesi europei, ma che è l’unico a coinvolgere la Sicilia. L’Isola giocherà un ruolo centrale nella circolazione dell’idrogeno verde in Europa considerata la vicinanza con l’Africa (da cui arriverà l’idrogeno), la leadership nella produzione di energia rinnovabile e la presenza di gasdotti che già oggi trasportano (non senza difficoltà) gas naturale.

In Sicilia SoutH2 prevede un passaggio sotto le province di Trapani, Palermo e Messina per trasportare in Puglia il gas idrogeno in arrivo dalla Tunisia. Il sistema di collegamento in questo momento, in realtà, non esiste, ma la Sicilia ha già un ruolo strategico nel corridoio Meridionale dell’idrogeno e non potrà fare a meno di impegnarsi nel progetto europeo che ha scadenza tra sei anni, nel 2030. Immaginare delle difficoltà è possibile, ma credere nell’arrivo di importanti opportunità per la Regione lo è altrettanto, come spiega la professoressa Eleonora Riva Sanseverino, ordinario di Ingegneria dell’Università di Palermo e delegata del rettore per il coordinamento dei programmi europei in cui è coinvolto l’Ateneo di Palermo.

Eleonora Riva Sanseverino

La docente ha subito messo evidenzia un vantaggio regionale spendibile nel progetto di importazione di idrogeno verde per l’Europa partendo dalla Sicilia: cioè la leadership nella produzione di energie elettrica rinnovabile. “La Sicilia sarà uno snodo fondamentale per lo sviluppo di questo corridoio. I motivi sono diversi e si riferiscono alla produzione di idrogeno, al suo trasporto ed al suo uso”.

Produzione di idrogeno

“Il cosiddetto idrogeno verde – spiega la professoressa Eleonora Riva Sanseverino – si produce per elettrolisi dell’acqua utilizzando energia elettrica da fonte rinnovabile ed è nota la capacità produttiva della Sicilia in termini di fonti di energia rinnovabile. La Sicilia è fra le prime regioni d’Italia per produzione sia eolico (on-shore ed off-shore) che fotovoltaico.

Trasporto di idrogeno

“Un uso massiccio ed una produzione massiccia di idrogeno – aggiunge la docente – dovrà affiancarsi ad infrastrutture per lo stoccaggio e la sua logistica. Lo stoccaggio è immaginato di tipo geologico e ad alta pressione, mentre il trasporto verrà fatto in infrastrutture gas opportunamente riadattate per il trasporto dell’idrogeno”.

Utilizzo di idrogeno

“La Sicilia allo stato attuale ospita il maggior consumo di idrogeno a livello nazionale, grazie alla capacità di raffinazione nella regione (circa il 50% della capacità italiana). L’impiego dell’H2 per raffinazione petrolifera a livello globale è infatti assieme alla produzione di ammoniaca il più diffuso”, dice ancora la docente.

Stima per il SoutH2 è la copertura del 20% di produzione europea di idrogeno. Quando potrà dirsi pronto (attivo) il corridoio?

Il 20% si riferisce alla capacità di produzione domestica ed all’import previsto al 2030 che, secondo il piano europeo Repower EU, è pari a 20 milioni di tonnellate di idrogeno verde. Di questi 20 milioni di tonnellate metà verranno prodotti in Europa e metà verranno importati – ha spiegato la docente -. La data prevista di messa in esercizio del SouthH2 è il 2030. Ma è evidente che le incognite sono tante. Non ultima quella legata ai costi che quanti investono in progetti sulla produzione/stoccaggio/trasporto/uso dell’idrogeno devono oggi sopportare e per i quali l’idrogeno può costituire un investimento rischioso, perché non ancora sostenuto da una domanda stabile.

Per limitare il rischio è nata la Banca europea dell’idrogeno, Ehb, che ha da poco chiuso la sua prima asta in esito della quale sono stati finanziati 7 progetti in Europa che promettono di dar luogo, entro i prossimi 5 anni, alla produzione di 1,58 milioni di tonnellate di idrogeno a fronte di un supporto finanziario dalla Ehb di 728 milioni di euro in 10 anni.

Il progetto SouthH2 potrà dirsi però completo solo quando raggiungerà le coste del Nord-Africa per creare un ‘congiuntore’ energetico con la Tunisia e l’Algeria, dove il costo dell’energia elettrica da fonte rinnovabile, utile all’elettrolisi, è ancora più basso”.

Far parte del progetto vorrà dire riconvertire le infrastrutture già esistenti. Quali in particolare in Sicilia?

 “Le infrastrutture che interessano il territorio siciliano e che si riferiscono alla European hydrogen backbone sono per la maggior parte ottenute da infrastrutture gas esistenti opportunamente riconvertite. Solo una piccola parte verrà creata ex-novo e specificatamente per il trasporto di idrogeno. Da qui il ruolo centrale di Snam e dei grandi Tso del gas a livello europeo che devono riposizionarsi nel nuovo contesto energetico decarbonizzato. Oltre alle infrastrutture destinate al trasporto dell’idrogeno – ha spiegato la docente -, ce ne solo altre destinate all’utilizzo quotidiano”.

Qui entrano in gioco i treni ad idrogeno, oggi futuristici per la Sicilia, ma già finanziati. “Oltre all’Afir, Alternative fuels infrastructures regulation, regolamento europeo in vigore dal 13 aprile 2024, anche il documento ‘Strategia nazionale per l’idrogeno-Indirizzi preliminari’ 2020 ed il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec, 2023) individuano alcune applicazioni immediate. Il Regolamento stabilisce l’obbligo di creazione di stazioni pubbliche di rifornimento a idrogeno ogni 200 km sulle arterie Ten-T, che in Sicilia si snoda da Palermo a Catania e da Catania a Messina. Nell’ottica di dar seguito a questo obbligo, fondi del Pnrr sono stati allocati per la realizzazione di stazioni di rifornimento a idrogeno anche in Sicilia. Il documento strategico ed il Pniec 2023 individuano invece le infrastrutture ferroviarie come quelle dove immediatamente sarebbe possibile utilizzare l’idrogeno. Nel documento strategico, la Sicilia viene citata come una delle regioni nelle quali sperimentare subito il trasporto ferroviario a idrogeno”.

Approfondisci