A meno da un anno da Agrigento capitale italiana della cultura, l’associazione ambientalista Mareamico lancia un Sos e chiede un intervento al presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e all’assessore al Territorio ed Ambiente, l’agrigentina Giusy Savarino “affinché trovino le somme necessarie per cercare di far rallentare l’inesorabile processo erosivo, prima che sia troppo tardi!”.
Un drammatico esempio di questo fenomeno distruttivo è la spiaggia di San Leone, dove la minaccia potrebbe estendersi anche alla vicina strada trafficata. È una situazione paradossale, come si vede dalle immagini, che potrebbe peggiorare con l’arrivo dell’inverno.
“Bisogna intervenire immediatamente – ha affermato l’associazione – altrimenti durante l’inverno sparirà per sempre il boschetto delle dune e la vicina strada.”
La strada che costeggia la spiaggia di San Leone era già stata sottoposta a limitazioni che potrebbero divenire permanenti. La situazione appare tragica se vista da uno dei varchi del boschetto della spiaggia di San Leone.
“Le cause principali del fenomeno erosivo sono da ricercare nella scelta dissennata negli anni 60 di costruire una strada sulle imponenti dune sabbiose – aveva già avvertito l’associazione – invece di costruirla a monte”.
Secondo Legambiente Sicilia ad essere a rischio erosione sono il 76,5% della costa siciliana, a causa dell’abusivismo edilizio e della crisi climatica che hanno intensificato i fenomeni metereologici e idrogeologici.
“Le spiagge siciliane vanno tutelate – ha detto Tommaso Castronovo, presidente di Legambiente Sicilia – affinché costituiscano quella straordinaria risorsa ambientale, capace di trainare un settore turistico basato sulla effettiva valorizzazione dell’identità culturale dei luoghi. La loro tutela dipende anche, e soprattutto, dalla qualità delle politiche urbanistiche e dalle strategie di governo del territorio in area vasta. L’occupazione delle pianure costiere, l’urbanizzazione spinta ai limiti della battigia creano i presupposti per fenomeni di erosione degli arenili e di inquinamento delle acque del mare”.