Mentre le strade si preparano ad accogliere il corteo del Palermo Pride 2025, è giusto ricordare che l’orgoglio LGBTQIA+ in Italia ha una radice profonda, forte, e affonda proprio in questa città. Un cammino che inizia da una tragedia e si trasforma in lotta, visibilità e cambiamento.
Il delitto di Giarre e la nascita del movimento
Il 31 ottobre 1980, Giorgio e Toni, due giovani che vivevano il loro amore in segreto, vengono trovati morti a Giarre. “Omicidio-suicidio”, dissero le autorità. Ma la verità non è mai emersa. Quel fatto, però, scosse le coscienze e accese la scintilla. Fu la tragedia che segnò un punto di svolta per il movimento omosessuale italiano. Da quell’evento nacque qualcosa di nuovo: la volontà di organizzarsi, di dire basta alla vergogna e al silenzio.
La nascita di Arcigay e della prima festa dell’orgoglio
Il 22 maggio 1981, a Palermo, prende vita il primo nucleo dell’Arcigay. Tra i fondatori, Massimo Milani, Gino Campanella e don Marco Bisceglia: tre figure fondamentali che gettarono le basi del movimento LGBTQIA+ in Italia.
Pochi mesi dopo, il 28 giugno 1981, Villa Giulia ospita la prima festa dell’orgoglio omosessuale mai organizzata in Italia. Non è solo una festa: è una dichiarazione di esistenza, un atto di coraggio collettivo.
Palermo protagonista del cambiamento
Nel 2010, per i trent’anni dell’Arcigay, il Sicilia Pride si sposta da Catania a Palermo. È una scelta politica e simbolica, che parla di diritti, dignità e visibilità. Tre parole che continuano a guidare la manifestazione.
Nel 2013, Palermo diventa capitale nazionale del Pride. Il patrocinio della Regione Sicilia, la partecipazione delle istituzioni e il Gay Village più grande d’Europa trasformano la città in un simbolo di inclusione e accoglienza.
Le vite che hanno costruito il Pride
Oggi la comunità LGBTQIA+ palermitana piange tre figure fondamentali che hanno segnato in modo indelebile il percorso del Palermo Pride. Gino Campanella, definito “l’anima gentile” del movimento, fu pioniere dei diritti civili accanto a Massimo Milani. Insieme sfidarono ogni pregiudizio, fino a celebrare simbolicamente il primo matrimonio civile a Giarre nel 2020, proprio il 31 ottobre, per ricordare Giorgio e Toni.
Luigi Carollo fu il cuore politico del Pride. Attivista instancabile, ex presidente di Arcigay Palermo e fondatore di Articolo 3, credeva fermamente in un Pride che fosse “la casa di tutti”.
Rosi Castellese è stata l’attivista visionaria. Fondatrice della prima associazione lesbica a Palermo, ha saputo unire militanza e cultura, dando vita a realtà fondamentali come Nzocché, Lesbicissima e il Sicilia Queer Film Fest. Il suo impegno ha gettato le basi del Palermo Pride come lo conosciamo oggi.
21 giugno: la marcia continua
La storia del Pride a Palermo non è chiusa nei libri o nelle commemorazioni. È viva, presente, urgente. È una storia che continua a scriversi ogni anno, in ogni marcia, in ogni bandiera alzata.