Sicilia un anno dopo: l'inganno del verde

Un anno fa la Sicilia bruciava sotto una siccità senza precedenti. Oggi, i satelliti mostrano una regione più verde. Problema risolto?

19 Giugno 2025

Ad un anno dall’emergenza siccità che ha colpito duramente la Sicilia nel 2024, le immagini satellitari raccontano una realtà che può trarre in inganno. Il confronto tra maggio 2024 e maggio 2025 mostra un’isola apparentemente più verde e rigogliosa. Ma sotto questa illusione cromatica si nasconde una crisi idrica ancora in pieno corso.

Il lavoro di elaborazione di Giulio Di Chiara, attraverso dati satellitari, mostra come la vegetazione abbia effettivamente reagito positivamente alle piogge della prima metà dell’anno. Tuttavia, i dati del SIAS (Servizio Informativo Agrometeorologico Siciliano) ci riportano con i piedi per terra: nonostante un miglioramento parziale, la Sicilia continua ad affrontare una delle peggiori crisi idriche degli ultimi decenni.

Un problema tutt’altro che risolto

Il 2024 si è chiuso con un deficit idrico significativo: le piogge sono state inferiori del 25% rispetto alla media storica. In termini concreti, sono caduti solo 500 millimetri di pioggia contro una media attesa di 665 mm. Questo vuoto pluviometrico ha lasciato un’eredità pesante.

A mancare all’appello sono ben 4,2 miliardi di metri cubi d’acqua. Nel 2024, i bacini siciliani hanno raccolto circa 13 miliardi di metri cubi, contro i 17,2 miliardi che rappresentano il fabbisogno stimato. È una carenza strutturale, che non può essere colmata con qualche mese di piogge sopra la media.

Anche i volumi attualmente disponibili nei bacini restano al di sotto delle necessità: siamo fermi al 54% della capienza totale. Se aprile ha fatto sperare in un’inversione di tendenza, con un incremento di 81 milioni di metri cubi, maggio ha già smorzato le aspettative, non confermando il trend positivo.

Pioggia non basta: serve una nuova strategia

La pioggia, da sola, non può risolvere un problema tanto complesso. La gestione dell’acqua in Sicilia richiede un cambio di passo. Servono investimenti strutturali, un’efficiente rete di distribuzione, un sistema di raccolta e conservazione capace di far fronte alla crescente irregolarità climatica.

Il cambiamento climatico sta rendendo queste crisi sempre più frequenti. Siccità, piogge intense ma brevi, stagioni instabili. La gestione idrica non può più essere emergenziale. Deve diventare parte integrante di una strategia di lungo periodo.

Senza una pianificazione lungimirante, senza infrastrutture moderne e senza una visione orientata alla resilienza climatica, la Sicilia continuerà a vivere tra illusioni verdi e sete reale.

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