Creme solari: come scegliere quella giusta

Dalla luce UV alla blue light: cosa sapere per proteggere davvero la pelle. I consigli della dermatologa

31 Luglio 2025

Con l’arrivo dell’estate, tornano le domande di sempre: quale protezione solare usare? L’SPF basta? E cosa succede se ci proteggiamo troppo? Ne abbiamo parlato con la dermatologa Roberta Alaimo, che ci ha aiutato a fare chiarezza tra verità scientifiche, abitudini sbagliate e falsi miti ancora molto diffusi.

L’SPF non dice tutto

Lo conosciamo tutti: l’SPF, o Sun Protection Factor, è il numero indicato sulle confezioni di crema solare e ci suggerisce il livello di protezione contro i raggi UVB, quelli responsabili delle scottature visibili. Ma non è sufficiente basare la propria scelta solo su quel numero. Una crema con SPF alto può comunque essere poco efficace se contiene filtri instabili, sostanze irritanti o non è formulata per il proprio tipo di pelle.

Non tutte le creme sono uguali

Un altro elemento spesso sottovalutato è la qualità complessiva del prodotto. Le differenze tra una crema solare acquistata in farmacia e una presa in un punto vendita non specializzato possono essere notevoli. I prodotti venduti in farmacia, spiega la dermatologa, vengono generalmente sottoposti a test dermatologici approfonditi, includono filtri fotostabili e bilanciati, sono supportati da studi clinici e, cosa non trascurabile, vengono consigliati da personale esperto.

Al contrario, molti prodotti venduti altrove possono essere meno trasparenti in termini di ingredienti e indicazioni e non garantire una protezione efficace, soprattutto per le pelli sensibili o per i bambini.

Protezione completa: non solo UVB

Uno degli errori più comuni è dimenticare che l’SPF protegge solo dai raggi UVB. Ma esistono anche i raggi UVA, che non causano scottature, ma sono molto più subdoli: penetrano in profondità nella pelle, favoriscono l’invecchiamento precoce e possono causare danni invisibili nel tempo. È per questo che oggi si raccomanda di usare creme a protezione ad ampio spettro, in grado di schermare sia dai raggi UVA che UVB.

Creme solari: i falsi miti da sfatare

Nonostante le tante campagne di sensibilizzazione, ancora oggi resistono alcuni falsi miti legati all’uso della protezione solare. Uno dei più diffusi è l’idea che la crema solare impedisca la produzione di vitamina D.

In realtà, la protezione non blocca completamente l’assorbimento dei raggi UV necessari alla sintesi della vitamina: ne basta una piccola quantità per stimolare il processo e l’esposizione quotidiana – anche con protezione – è sufficiente nella maggior parte dei casi.

Altro mito molto comune: pensare che all’ombra o quando è nuvoloso non serva applicare la protezione. In realtà, i raggi UV si riflettono sulle superfici (come sabbia e acqua) e attraversano le nuvole, colpendo la pelle anche quando il sole non è diretto. Anche sotto l’ombrellone o con il cielo coperto, la protezione è necessaria.

La nuova sfida: la luce blu o blue light

Oltre ai raggi UV, oggi la ricerca si sta concentrando anche sugli effetti della luce blu (HEV), la luce visibile ad alta energia emessa non solo dal sole, ma anche da schermi, luci LED e dispositivi digitali. La luce blu può contribuire allo stress ossidativo della pelle, accelerando l’invecchiamento e favorendo la comparsa di macchie cutanee. Alcune creme solari moderne contengono filtri specifici per contrastare anche questi effetti.

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