Il 2 giugno in Sicilia: tra rossetti, schede e voti inattesi

Nel giorno che segnò la nascita della Repubblica, l’Isola racconta una storia tutta sua, fatta di simboli, numeri e sorprese

2 Giugno 2025

Il referendum istituzionale del 2 giugno 1946 rappresenta una data fondamentale nella storia d’Italia: gli italiani furono chiamati a scegliere tra Monarchia e Repubblica, sancendo la nascita della Repubblica Italiana. Ma se l’esito nazionale premia la Repubblica con il 54,3% dei voti, la Sicilia si distingue per una scelta ben diversa.

La Sicilia monarchica

L’isola, infatti, votò in larga maggioranza per la Monarchia, confermando un legame storico e culturale con la famiglia reale sabauda. Province come Messina, Palermo e Catania registrarono percentuali monarchiche sopra il 70% (Messina con il 77,20%, Palermo 73,03% e Catania 72,86%).

Questo risultato riflette una Sicilia ancora molto legata alle tradizioni e al sistema monarchico, in netto contrasto con il Nord Italia, dove la Repubblica ottenne ampio consenso.

L’eccezione di Trapani

Un’eccezione notevole fu rappresentata dalla provincia di Trapani, che si distinse votando Repubblica con il 52,87% dei consensi. Questo dato indica un primo segnale di cambiamento e una Sicilia non monolitica, pronta ad accogliere idee nuove in un periodo di grandi trasformazioni politiche.

Donne al voto e prime siciliane in politica

Il 2 giugno 1946 fu anche il primo voto italiano in cui poterono partecipare le donne. In Sicilia, due donne si distinsero entrando nell’Assemblea Costituente: Ottavia Penna Buscemi, candidata anche alla Presidenza della Repubblica, e Maria Nicotra Fiorini, infermiera decorata e attiva nella Democrazia Cristiana. Il loro ingresso segnò l’inizio di un lento ma importante processo di emancipazione politica femminile nell’isola.

Quello che (forse) non sai…

Alcune curiosità legate a quel voto riguardano anche gesti simbolici: molte donne si presentarono senza rossetto per non rovinare le schede elettorali, che dovevano essere umettate per essere sigillate correttamente. Inoltre, il re Umberto II, sconfitto dal referendum, fu costretto all’esilio in Portogallo, segnando la fine di un’epoca.

Un giorno di svolta

Il 2 giugno 1946 resta così una data fondamentale anche per la Sicilia, un’isola che ha vissuto in prima persona la complessità di un’Italia divisa tra tradizione e innovazione, monarchia e repubblica, passato e futuro.

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