Nel 2025, sembra ancora necessario spiegare ai propri figli che si può essere aggrediti, verbalmente o fisicamente, perché si è genitori. O meglio perché non si è riconosciuti come tali.
È quanto accaduto a Egle Doria, attrice catanese e membro del direttivo dell’Associazione Famiglie Arcobaleno, durante un evento della Pride Week. “Voi non potete essere genitori, siete una vergogna”: queste le parole violente che le sono state urlate contro, in pubblico, senza filtro, senza vergogna.
Un episodio che non è isolato. In Italia, ancora oggi, molte famiglie omogenitoriali subiscono attacchi, discriminazioni, esclusioni. E se l’odio è sempre intollerabile, lo è ancor di più quando si scaglia contro l’amore che cresce e protegge, quando nega la dignità di chi educa, accudisce, sogna per i propri figli.
È una ferita aperta in una società che dovrebbe essere più avanti, più consapevole, più umana. Perché oggi più che mai, tra leggi che restano indietro e voci che si alzano solo per ferire, è necessario ricordarlo con forza. Una famiglia è dove c’è amore, cura e responsabilità.