Riparte la Formazione, quanti posti di lavoro?

Risorge un settore in crisi in Sicilia con una norma approvata nell’ultima finanziaria. Cosa cambia rispetto al passato?

22 Gennaio 2024

Era il 2014, quando la valanga giudiziaria travolse il moloch, l’immagine plastica della formazione professionale di quei tempi. Seguirono arresti eccellenti, fallimenti di enti che facevano man bassa di soldi, lavoratori finiti di botto in mezzo a una strada, politici a leccare la sarda del consenso. Un disastro, non ci furono prigionieri. Macerie su macerie.

Metà dei dipendenti, quasi 5 mila persone, spariti nel nulla. Dieci anni sono trascorsi da allora. Quel monstre che drenava risorse pubbliche senza creare posti di lavoro effettivi, non c’è più. Ma sotto traccia – piano piano – il sistema si sarebbe rimesso in piedi.

A quella rete, pare se ne sia sostituita un’altra, meno pachidermica ma altrettanto pervasiva con la politica. Il quadro attuale pare sia molto chiaro parlando con qualche addetto ai lavori, all’esterno invece se ne sa poco o nulla. Qualcosa sta emergendo, però.

Formazione, abolito il tetto al budget per gli enti

A diradare la nebbia c’ha pensato inconsapevolmente una manina di Fratelli d’Italia che ha piazzato un emendamento all’ultima manovra finanziaria del governo Schifani: una norma, approvata all’interno del maxi emendamento finito in un collegato ad hoc, che ha abolito il tetto al budget per gli enti di formazione, principio che era stato introdotto nella scorsa legislatura. In realtà però quel tetto era solo sulla carta, perché la vecchia norma non indicava la percentuale massima concedibile a un ente rispetto al totale del finanziamento pubblico di un avviso. Insomma, spettava all’amministrazione del dipartimento Formazione della Regione mettere il numerino, ma non l’ha mai fatto.

Formazione, il malumore dei piccoli enti in Sicilia

Ora però quel tetto è stato tolto del tutto, manco sulla carta c’è più. “Tutto grasso che cola per i grossi enti che assorbono già l’80 per cento dei finanziamenti e non hanno neppure un dipendente a tempo indeterminato” è l’accusa sussurrata dai piccoli enti – circa 700 in Sicilia – che stanno cercando di aprire uno squarcio sul sistema. “A noi piccoli va il 20% dei fondi, eppure noi abbiamo 4 mila dipendenti a tempo indeterminato, ognuno dei quali costa 40 mila euro all’anno a fronte di zero personale dei grandi enti, che quando assumono gente a progetto per i corsi che si aggiudicano spendono circa 5mila euro”, denunciano con la promessa dell’anonimato.

L’obbligo delle assunzioni

E per ammorbidire il blitz, è stata messa una pezza: il secondo comma della leggina “spazza-tetto” obbliga gli enti ad avere un numero seppur minimo di persone assunte a tempo indeterminato.

Se fino a dieci anni fa il bacino dei lavoratori era la leva per il consenso elettorale, adesso, invece, ci sarebbe solo un enorme giro di denaro. Basti pensare che il Fondo sociale stanzia ben 1 miliardo e mezzo di euro per la formazione. Una bella torta. Che fa gola, ma non tutti avranno le stesse fette. Qualcuno in Assemblea regionale vuole vederci chiaro. Vuole scoperchiare il pentolone.

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