Carnevali storici Cosa vedere in Sicilia

In Sicilia si festeggia il Carnevale in ogni dove, ma ogni paese lo rende unico e diverso. Scopriamo come

9 Febbraio 2024

Il Carnevale in Sicilia? Vanta una storia secolare, con maschere tradizionali che ancora oggi popolano le sfilate come il pigro e beffardo Peppe Nappa, lo Scacciuni, tipica del Messinese, e ancora il Nannu e la Nanna caratteristici della festa di Termini Imerese, il Mastro di Campo a Mezzojuso. Tra le numerose manifestazioni che animano diverse città dell’Isola, siamo andati alla ricerca delle più particolari, in un viaggio affascinante e suggestivo che tanto dice della nostra storia.

Acireale, un Carnevale tra fiori e cartapesta

Il grottesco e l’allegorico dominano il Carnevale di Acireale, uno tra i più antichi di Sicilia, con i tradizionali carri di cartapesta espressione delle maestranze artigianali della città, note in tutto il mondo. Fiore all’occhiello della manifestazione, che ogni anno coinvolge centinaia di partecipanti e migliaia di spettatori da ogni parte del mondo, sono i carri infiorati, vere e proprie sculture di fiori dotate di luci e movimenti.

Le prime tracce del carnevale di Acireale risalgono al XVI secolo, ma solo a fine Ottocento nasce la sfilata dei carri allegorici che lo ha reso famoso in tutta Italia, e non solo.

Iniziato il 28 gennaio, il Carnevale di Acireale entra nel vivo questo weekend, con un calendario di appuntamenti ricco di eventi, tra spettacoli, musica in piazza, balli, mostre, concorsi.

Con il Nannu e la Nanna a Termini Imerese

Una grande festa coinvolge le due parti del paese, l’alta e la bassa, con due protagonisti assoluti, il Nannu e la Nanna: questi i tratti distintivi del Carnevale termitano, oggi in un’edizione rinnovata e carica di eventi con, tra gli altri, gli spettacoli live di Malgioglio e Sasà.

L’evento ha aperto le porte il 4 febbraio e prosegue questo weekend tra sfilate di carri, dei gruppi mascherati, dj set e spettacoli pirotecnici.

La storia del Carnevale di Termini Imerese affonda nell’Ottocento quando alcune famiglie napoletane portano le prime maschere di ‘u nannu ca’ nanna, divenute poi le mascotte dell’evento. I due si incontrano e girano per il paese durante tutto l’evento. I festeggiamenti si concludono il martedì grasso con la messa al rogo del nannu, simbolo di allegria e abbondanza, ma anche segno dell’inizio della purificazione. Le lacrime della nanna, espressione di fertilità e abbondanza, si celebra l’inizio della Quaresima.

Il Carnevale di Sciacca, il “più allegro d’Italia”

Nell’elenco dei Carnevali Storici d’Italia, tra le Eredità Immateriali della Sicilia, il carnevale di Sciacca è considerato il “più allegro d’Italia” e anche tra i più antichi di Sicilia. Appuntamento gastronomico alle sue origini, assume poi una veste letteraria che lo rende unico in Italia, grazie ai copioni satirici, recitati durante la festa. Mascherate, copioni e carretti sono diventati nel tempo i carri allegorici con l’immancabile Peppe Nappa e personaggi dell’attualità, tra vip dello spettacolo e personaggi della politica.

Tradizione impone che il giovedì grasso sia dedicato al Re del Carnevale, Peppe Nappa, la maschera siciliana della commedia dell’arte, rappresentato allegoricamente su un carro, che apre la festa con la tradizionale consegna delle chiavi della città, e conclude con il rogo del pupazzo che lo rappresenta.

Tra le novità di questa edizione, la presenza di due palchi, di un Luna Park con giostre e attrazioni, di un’area bambini e di una destinata ai ragazzi.

Rinviata l’apertura della festa per maltempo al prossimo 13 febbraio.

Il mastro di Campo e il Carnevale di Mezzojuso

Il carnevale di Mezzojuso è unico nel suo genere, espressione di una storia millenaria che vede molteplici tradizioni stratificate in un evento suggestivo e sorprendente. A sfilare non sono carri allegorici, ma un corteo reale di figuranti in abiti quattrocenteschi pronti a mettere in scena una pantomima popolare che intreccia storia e leggenda.

Protagonisti di quella che è la rievocazione di un fatto storico del XIII secolo sono Mastro di Campo, dalla tradizionale maschera rossa con il nasone, e il Re, pronti a sfidarsi per conquistare la Regina. In un’atmosfera surreale, che affonda le sue radici tra le dionisiache greche e i saturnali romani, si apre una violenta battaglia con colpi di cannone, lancio di dolciumi, streghe e maghi, garibaldini e cavalleria. Il trionfo finale del mastro di Campo viene poi festeggiato con le danze della Tubiana, che evocano un antico ballo carnascialesco siciliano.

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